Un po’ di storia

Chiamata da molti la Perla Nera del Mediterraneo per i colori scuri dovuti alla sua origine vulcanica, Pantelleria è una bellissima isola ricca di storia e bellezze naturali. Gli arabi, vissuti qui dall’800 al 1000 d.C., hanno lasciato la loro eredità dappertutto, soprattutto nell’architettura con i dammusi, ovvero le tipiche case pantesche in pietra lavica e tetti a cupola.

Ma gli arabi non sono stati i primi a popolare Pantelleria. I reperti dimostrano che l’isola era già abitata nel Neolitico. Si suppone che alcuni uomini costruirono capanne in muratura e recintarono l’abitato con un grande muraglione, di cui rimane il lato est. Intorno al X secolo a.C. subentrarono i Fenici, che fecero di Pantelleria un importante scalo per i loro scambi commerciali con Cartagine. Nel 217 a.C. arrivarono invece i Romani, che occuparono militarmente l’isola e diedero all’isola grande prosperità e ricchezza, fino alla crisi dell’Impero e all’arrivo dei Vandali.

Il territorio

Quinta isola italiana per grandezza dopo Sicilia, Sardegna, Elba e Sant’Antioco, Pantelleria è lunga quasi 14 chilometri e larga 9. Dista dalla Sicilia 110 km e dalla Tunisia soltanto 70. La sua origine vulcanica fa sì che il suo territorio sia prevalentemente di colore scuro. La sua conformazione è tendenzialmente collinare, anche se c’è qualche vetta (la più alta è la Montagna Grande, cratere principale del vulcano, che raggiunge gli 836 metri). Il paesaggio è costellato colline nere e colate di lava, che fanno sembrare Pantelleria quasi un paesaggio lunare. Dislocate lungo la costa vi sono poi le grotte, che spesso contengono vasche naturali con acqua a diverse temperature, rendendo simili questi ambienti a bagni turchi e saune. Una menzione particolare la merita il Lago di Venere, una conca di origine calderica con un particolare fango che, messo sul corpo, rende la pelle liscissima.

L’Agricoltura

Perno dell’economia dell’isola è stata per secoli l’agricoltura. Il pantesco, eccellente contadino, fin dai tempi remoti ha lottato contro un vento impietoso e un terreno arido, conseguendo comunque risultati eccellenti grazie ai terrazzamenti con i muretti a secco. Madre delle coltivazioni del luogo è la vite, in particolare l’uva Zibibbo: arrivata dalla lontana Mesopotamia o dall’Egitto, oggi rappresenta la quasi totalità del vitigno. Di questo vitigno sono famosi in tutto il mondo l’uva da tavola, l’uva passa essiccata al sole e il moscato passito: vino liquoroso e dolce, ottimo per il dessert.

Altra coltivazione eccellente è il cosiddetto Cappero di Pantelleria, considerato una delle qualità più pregiate al mondo. La pianta si coltiva in tutta l’isola ma cresce spontaneamente nei terreni sassosi. I suoi boccioli si raccolgono prima che fioriscano, tra maggio ed agosto. Messi in salamoia per alcune settimane, i capperi vengono poi scolati e finalmente sono pronti per essere consumati e conservati a lungo.

Vi sono poi gli Alberi da frutto sono piantati al riparo, vicino ai muri dei terreni o più spesso all’interno dei caratteristici giardini. Tra i più diffusi spicca l’ulivo, terza coltura pantesca per importanza. Ma c’è anche il fico, i cui frutti, oltre che consumati freschi, vengono anche fatti essiccare o utilizzati per preparare confetture. In generale, le caratteristiche proprie del suolo vulcanico e la continua irradiazione del sole fanno sì che tutta la produzione di frutta sia di qualità eccellente. Tuttavia la tipologia di terreno non permette una produzione intensiva.

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