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Pantelleria
la Perla Nera del Mediterraneo

Un po’ di storia

Chiamata da molti la Perla Nera del Mediterraneo per i colori scuri dovuti alla sua origine vulcanica, Pantelleria è una bellissima isola ricca di storia e bellezze naturali. Gli arabi, vissuti qui dall’800 al 1000 d.C., hanno lasciato la loro eredità dappertutto, soprattutto nell’architettura con i dammusi, ovvero le tipiche case pantesche in pietra lavica e tetti a cupola.

Ma gli arabi non sono stati i primi a popolare Pantelleria. I reperti dimostrano che l’isola era già abitata nel Neolitico. Si suppone che alcuni uomini costruirono capanne in muratura e recintarono l’abitato con un grande muraglione, di cui rimane il lato est. Intorno al X secolo a.C. subentrarono i Fenici, che fecero di Pantelleria un importante scalo per i loro scambi commerciali con Cartagine.

Nel 217 a.C. arrivarono invece i Romani, che occuparono militarmente l’isola e diedero all’isola grande prosperità e ricchezza, fino alla crisi dell’Impero e all’arrivo dei Vandali.

Il territorio

Quinta isola italiana per grandezza dopo Sicilia, Sardegna, Elba e Sant’Antioco, Pantelleria è lunga quasi 14 chilometri e larga 9. Dista dalla Sicilia 110 km e dalla Tunisia soltanto 70. La sua origine vulcanica fa sì che il suo territorio sia prevalentemente di colore scuro.

La sua conformazione è tendenzialmente collinare, anche se c’è qualche vetta (la più alta è la Montagna Grande, cratere principale del vulcano, che raggiunge gli 836 metri). Il paesaggio è costellato colline nere e colate di lava, che fanno sembrare Pantelleria quasi un paesaggio lunare. Dislocate lungo la costa vi sono poi le grotte, che spesso contengono vasche naturali con acqua a diverse temperature, rendendo simili questi ambienti a bagni turchi e saune.

Una menzione particolare la merita il Lago di Venere, una conca di origine calderica con un particolare fango che, messo sul corpo, rende la pelle liscissima.

Vite ad Alberello

Nel 2014, l'Unesco ha riconosciuto la pratica agricola tradizionale della coltivazione della vite ad alberello sull'isola di Pantelleria come Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Questo riconoscimento ha confermato l'importanza delle tecniche di coltivazione dell'uva Zibibbo e delle conoscenze ad esse associate come parte integrante dell'identità culturale e storica della comunità isolana.

Nell'ottobre 2022, i ricercatori del MedEatResearch, incaricati dall'Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria, hanno raccolto testimonianze dalla comunità locale di agricoltori, viticoltori, produttori ed esperti. Queste testimonianze costituiscono una parte preziosa della nostra conoscenza e documentazione relative a questa pratica agricola tradizionale.

L’Agricoltura

Perno dell’economia dell’isola è stata per secoli l’agricoltura. Il pantesco, eccellente contadino, fin dai tempi remoti ha lottato contro un vento impietoso e un terreno arido, conseguendo comunque risultati eccellenti grazie ai terrazzamenti con i muretti a secco. Madre delle coltivazioni del luogo è la vite, in particolare l’Uva Zibibbo: arrivata dalla lontana Mesopotamia o dall’Egitto, oggi rappresenta la quasi totalità del vitigno. Di questo vitigno sono famosi in tutto il mondo l’uva da tavola, l’uva passa essiccata al sole e il moscato passito: vino liquoroso e dolce, ottimo per il dessert.

Altra coltivazione eccellente è il cosiddetto Cappero di Pantelleria, considerato una delle qualità più pregiate al mondo. La pianta si coltiva in tutta l’isola ma cresce spontaneamente nei terreni sassosi. I suoi boccioli si raccolgono prima che fioriscano, tra maggio ed agosto.

Vi sono poi gli Alberi da frutto sono piantati al riparo, vicino ai muri dei terreni o più spesso all’interno dei caratteristici giardini. Tra i più diffusi spicca l’ulivo, terza coltura pantesca per importanza.

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